È essenziale per completare la guarigione e migliorare il recupero funzionale ritrovando forza e resistenza ma anche concentrazione
Intervista a Cristina Barbara
• Specialista in Cardiologia Centro di Riabilitazione Fiumara, Asl 3 Genovese
di Luisa Castellini
Le vaccinazioni sono iniziate e, a distanza di quasi un anno dall’esplosione del Covid-19, si moltiplicano le riabilitazioni, anche se ancora a macchia di leopardo. In attesa di linee guida, presentiamo l’esperienza dell’ambulatorio della Fiumara della Asl 3 genovese, diretto da Piero Clavario, che anche la stampa internazionale - dal Times alla Cnn - ha indicato quale esempio di best practice.
Dopo la malattia, quali sono le conseguenze più frequenti del Covid-19?
A un anno dall’esplosione della pandemia, sta emergendo come, in alcuni casi, anche dopo alcuni mesi dalla fase acuta, molti pazienti accusino ancora affanno, stanchezza e, soprattutto, dolori muscolari o perdita di sensibilità e quindi difficoltà negli impegni quotidiani.
Quale ruolo può avere la riabilitazione nel recupero?
Importantissimo. Un trattamento mirato può contribuire a recuperare le capacità funzionali e a motivare la persona, perché, non dobbiamo dimenticarlo, tra le conseguenze del Covid ci sono anche Ptsd (Sindrome da stress post traumatico) nel 33% dei casi, stress, ansia e depressione nel 20% circa. Tutti hanno bisogno di condividere l’esperienza vissuta e la famiglia ha un valore protettivo a livello psicologico.
Come nasce l’esperienza del vostro centro di riabilitazione ambulatoriale?
Durante la prima ondata, abbiamo organizzato un percorso dedicato. Abbiamo contattato tutti i pazienti dimessi dagli ospedali e, in due appuntamenti, abbiamo compiuto una valutazione completa di quelli eleggibili per la riabilitazione.
Quali accertamenti svolgono i pazienti?
In due visite, sono sottoposti a visita cardiologica con elettrocardiogramma ed ecocardio, effettuano il test da sforzo cardiopolmonare e della diffusione alveolo-capillare, gli esami del sangue e incontrano il fisioterapista - con stabilometria, walking test e verifica della forza fisica. A questo punto la persona è destinata al reparto più idoneo al suo recupero: pneumologia, cardiologia, ma anche fisiatria, endocrinologia (in particolare i diabetici) o reumatologia per migliorare i frequenti dolori muscolari. Si tratta di un progetto multidisciplinare dove è essenziale l’apporto di ogni specialità e di tutti i professionisti coinvolti: medici, infermieri, fisioterapisti e psicologi.
Come si svolge la riabilitazione cardiovascolare?
Poiché a tre mesi dalla guarigione sono frequenti i danni e la stanchezza muscolare, organizziamo 3 appuntamenti a settimana per 2 mesi. I pazienti lavorano con cyclette per fare movimento aerobico ed esercizi di potenziamento della forza muscolare degli arti e per migliorare l’equilibrio. Con questo tipo di lavoro migliora anche la gestione dei dolori muscolari.
Quali sono i risultati?
A fine percorso rivalutiamo i pazienti, che possono avere un recupero funzionale fino al 20%. Con il giusto intervento ed impegno da parte del paziente è possibile migliorare e accelerare il ritorno a una vita normale.
“Dal movimento aerobico agli esercizi per l’equilibrio, la riabilitazione accelera il ritorno alla vita quotidiana migliorando la qualità di vita”
Fonte: rivista Pharma Magazine Febbraio 2021
Foto © Depositphotos.com
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