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Proteggersi dal Coronavirus


In attesa del vaccino, continuano a essere cruciali i comportamenti individuali che hanno un riflesso diretto in famiglia e sulla comunità. Smart working, didattica a distanza e chiusure temporanee e localizzate aiutano a controllare i contagi. Ma con il passare del tempo mantenere alta la soglia di attenzione dedicata alla prevenzione quotidiana spesso diventa difficile: le buone pratiche irrinunciabili con l’arrivo delle feste e per l’anno nuovo.


di Luisa Castellini


Le notizie sono diventate compagne sempre più strette della nostra quotidianità. Il numero dei positivi, dei ricoverati in terapia intensiva e di chi si è spento nella lotta al Coronavirus. Gli aggiornamenti sui dati del nostro Comune di residenza e sulla Regione per sapere esattamente cosa si può o meno fare. E poi, naturalmente, l’attenzione per le indicazioni ministeriali, spesso aggiornate in base all’andamento dei contagi da delibere regionali e locali. Tra le varie raccomandazioni e le tante notizie il rischio di perdere il filo - e, confessiamolo, anche l’entusiasmo - è tutt’altro che remoto. Ecco perché adesso, a metà della stagione invernale e in vista delle prossime feste, è bene ritrovare le energie necessarie per dedicare le giuste attenzioni alla prevenzione quotidiana del Coronavirus. Per continuare a fare nostre quelle buone pratiche che al netto di tante notizie - spesso anche contraddittorie - e di infiniti annunci, hanno dimostrato la loro efficacia. E poiché i comportamenti individuali fanno la differenza per la nostra salute, quella di chi ci è caro e della nostra comunità, è essenziale non “solo” metterli in pratica, ma farlo correttamente.


Proteggere naso, bocca e occhi

L’ultimo invito, in ordine di tempo, a proteggere in modo adeguato anche gli occhi è arrivato da Mario Balzanelli, presidente nazionale della Sis 118. L’ambiente umido favorisce, infatti, «il legame del virus ai recettori presenti nelle congiuntive e nell’occhio». Attraverso la produzione di lacrime, il virus «entra nel naso e da qui si sposta nella gola e nelle vie aeree, superiori ed inferiori». Da qui il suo monito al Governo a introdurre negli ambienti chiusi l’obbligo alla visiera anti-droplet in aggiunta alla mascherina. Al momento è obbligatoria solo la mascherina, ma è fortemente raccomandato di non toccarsi gli occhi - con le mani… ma anche con le giacche o le maglie! - proprio per evitare possibili contaminazioni. Per quanto riguarda le mascherine, sono uno dei cardini - insieme al distanziamento e all’igiene delle mani - della prevenzione e della possibilità di tenere aperte le scuole e i servizi pubblici laddove possibile. Importante che siano realizzate in materiale non tossico, allergizzante o infiammabile e che non rendano difficile la respirazione. Le chirurgiche sono sufficienti ma devono essere indossate bene (e da tutti) per impedire la fuoriuscita delle goccioline di saliva emesse mentre si parla. Le Ffp2, più costose, sono protettive per chi le indossa e per gli altri. In entrambi i casi vanno indossate ben adese, coprendo il viso dal mento al naso. La formula “sotto il naso” non vale. Le mascherine di comunità, in tessuto, non certificate, riducono la circolazione del virus ma non sono dispositivi medici. Meglio usarle solo all’aperto e in contesti ove il distanziamento è garantito. La mascherina non va toccata quando indossata: terminato l’uso o si getta (nell’indifferenziato) oppure, se lavabile, vanno seguite le istruzioni con cura. Evitiamo di appenderle alle librerie, di metterle in tasca con chiavi o monete per non trasformare un oggetto di protezione in un veicolo di contaminazione. E quella sensazione di caldo che a volte avvertiamo? L’Università di Bolzano la conferma: all’interno della mascherina la temperatura si alza di due gradi, ma il ricambio dell’aria è sufficiente e la quantità di anidride carbonica la stessa dei locali chiusi.


Prevenzione fuori e dentro casa

La maggior parte dei contagi, l’80% secondo l’Istituto Superiore di Sanità, avviene in ambiente domestico anche se secondo i sondaggi gli italiani temono di più la scuola, l’ufficio, i mezzi pubblici e il supermercato. Da qui la necessità di fare attenzione sia fuori sia dentro casa. Distanziamento, mascherina, igiene delle mani sono irrinunciabili fuori, sui mezzi, negli spazi chiusi. Ma anche a casa, soprattutto in presenza di soggetti fragili. E con gli amici? Meglio evitare, anche se si avvicinano le feste, pranzi e brindisi. Preferiamo incontri all’aperto o limitiamo i contatti a poche persone con cui tenere sempre, comunque, distanze e mascherina. E il pranzo dai nonni? Anche qui, meglio la passeggiata o il caffè sul terrazzo se possibile. Se poi si pensa di essere stati in situazioni a rischio meglio evitare di vedersi almeno per due settimane anche se c’è Natale di mezzo.


Malati e asintomatici

È molto difficile contenere la diffusione del virus in casa. Se il tampone è positivo, bisogna isolarsi in una stanza dedicata (anche il bagno se possibile: altrimenti va disinfettato a ogni uso), dormire soli e limitare ogni contatto all’indispensabile, con mascherina, a distanza e per pochi minuti. Arieggiare gli ambienti, usare asciugamani, lenzuola, stoviglie e spazzatura dedicati sono altre attenzioni indispensabili. Solo così, con una catena di tante piccole attenzioni, si possono limitare i contagi.


Articolo chiuso in redazione il 17 novembre 2020

 

SOLDI & PULSANTI: a cosa fare più attenzione?


Non è un caso se i pagamenti contactless, ovvero “senza contatto”, sono aumentati negli ultimi mesi. Monete e banconote sono tra gli oggetti più sporchi e quindi potenziali ricettacoli di germi e batteri. Anche a maniglie, tubi di appoggio sui mezzi pubblici e carrello del supermercato bisogna prestare maggiore attenzione: lo stesso vale per i portoni e i pulsanti degli ascensori. Quando siamo fuori ed entriamo in contatto con questi ed altri oggetti, è bene igienizzare le mani. Una volta rientrati a casa, è importante levarsi le scarpe, cambiare i vestiti, arieggiare giacche e borse e pulire bene lo smartphone, il tablet o il pc. Tra le altre superfici da tenere sotto controllo, le maniglie delle porte e delle finestre di casa e le spugne da cucina. Attenzione anche, per chi non è in smart working o si reca in un ufficio, agli oggetti condivisi come penne, matite e dispenser.

 

IL VACCINO


Sono circa 180 i vaccini in studio, di cui almeno 46 in sperimentazione clinica sull’uomo. Alcuni sono in fase avanzata di test, con risultati che fanno pensare all’arrivo delle prime dosi già all’inizio del 2021.

 

Fonte: rivista Pharma Magazine Dicembre 2020

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