I criteri per allentare le misure di contenimento e favorire la ripresa delle attività ma in sicurezza, senza rischiare di riaccendere il contagio. Dal distanziamento all’igiene fino al ruolo dei test sierologici e del tampone, le prospettive dopo l’emergenza
Intervista a Giancarlo Icardi
Professore di Igiene generale e applicata, Università degli Studi di Genova
Direttore del Centro Interuniversitario per la ricerca sull’influenza e le altre infezioni trasmissibili
Coordinatore del Gruppo vaccini e politiche vaccinali della SItI Società Italiana di Igiene, Medicina Preventiva e Sanità Pubblica
di Luisa Castellini L’OMS, l’Organizzazione Mondiale della Sanità, ha indicato a metà aprile con i suoi esperti i criteri guida per gestire la fine della quarantena. Alcuni sono già stati messi in atto in Cina, dove l’epidemia è esplosa prima e di conseguenza si stanno già sperimentando - dopo un lungo periodo di contenimento dell’infezione - la ripresa di molte attività produttive e la riapertura di diversi uffici. Quasi tutti sono già allo studio degli esperti di ogni nazione, che infatti ha approntato o sta preparando un proprio calendario per ripartire. «Di fronte a un’emergenza complessa come questa servono soluzioni articolate e integrate» ci spiega, infatti, Giancarlo Icardi, professore di Igiene generale e applicata all’Università di Genova.
Le raccomandazioni internazionali per la fase 2
L’Oms ne ha indicate 6. Il controllo della trasmissione del contagio. La capacità di rilevare, testare, isolare e trattare ogni caso e rintracciare i contatti. La riduzione del rischio nelle strutture sanitarie e di cura. L’attivazione di misure preventive nelle scuole, negli uffici e nei luoghi dove sono indispensabili. La gestione del rischio di importazione del contagio. L’istruzione della comunità. Questo significa che nella fase post acuta «avremo, come annunciato, la ripresa di alcune attività, ma sarà necessario garantire il controllo del numero dei contagi». Evitare gli assembramenti negli spazi aperti e soprattutto chiusi è il primo passo, da cui la necessità di tenere dove possibile i lavoratori a casa con forme di smart working e, negli uffici, mantenere le distanze di sicurezza o potenziare i turni. «A livello di igiene personale, la pulizia delle mani, l’uso di guanti e mascherine, l’isolamento in caso di febbre o sintomi sospetti saranno indispensabili come durante la quarantena». Il tempo è ancora un fattore chiave per assicurare la migliore assistenza ai malati, la riorganizzazione sanitaria e i progressi della ricerca scientifica. In Cina la popolazione è monitorata tramite un’app. In Italia l’ipotesi incontra uno scenario differente, soprattutto in termini di tutela della privacy. Sicuramente la misurazione della temperatura prima dell’ingresso nelle strutture comuni e i test sierologici saranno strumenti indispensabili.
I test sierologici
Nelle ultime settimane ne sono stati messi a punto diversi. «Moltissime regioni si sono attivate e sono in corso numerosi studi che aiuteranno a comprendere meglio la reazione del sistema immunitario al virus. In Liguria, ad esempio, stiamo eseguendo questa analisi sul personale sanitario, molto esposto al rischio del contagio, per verificare la percentuale di positività agli anticorpi in soggetti asintomatici che hanno sviluppato una risposta anticorpale pur in assenza di malattia». Tutti i test, come le ricerche sugli eventuali vaccini, per «avere una valenza di sanità pubblica devono essere standardizzati, in primis a livello nazionale. Mai come oggi la comunità scientifica è unita nella lotta al virus». La situazione è ovviamente complessa: «non sappiamo ancora quali anticorpi siano in grado di conferire protezione dopo l’avvenuta infezione da virus Sars-Cov-2 nè per quanto tempo siano rilevabili. Sono evidenze che aiuteranno anche a trovare i potenziali antigeni da impiegare in un eventuale vaccino». Il test sarà utile «a livello epidemiologico per conoscere l’impatto reale del Coronavirus sulla popolazione e avere una stima attendibile sul numero delle persone contagiate: un dato importante, soprattutto nel caso di una seconda ondata».
I prossimi mesi
Medici e ricercatori lavorano per dare risposte a lungo termine. «Il Nuovo coronavirus appartiene a una famiglia di virus con una stagionalità influenzale per cui il caldo dovrebbe aiutarci a rallentare i contagi» ma non è escluso che ritorni puntuale il prossimo autunno, anzi. Benché la speranza è che segua le orme del suo “parente” più stretto, la SARS - con cui condivide l’80% del materiale genetico - che è comparsa nel 2002 ma non si è endemizzata, sembra sempre più accreditata l’ipotesi che il Nuovo coronavirus diventi, invece, stagionale. Da qui la necessità di trovare cure e vaccini e di riorganizzare le nostre abitudini personali e sociali per arginare le infezioni.
Articolo chiuso in redazione il 17 aprile 2020
RICERCA SCIENTIFICA
Dalla sperimentazione dei farmaci ai test sierologici fino ai vaccini, i laboratori di tutto il mondo sono impegnati per trovare risposte efficaci al Nuovo coronavirus. Ro È un indice che abbiamo imparato a conoscere. Si può definire come tasso di riproduzione di base, ovvero il numero di infezioni secondarie prodotte da ogni individuo infetto. L’obiettivo è mantenere il valore Ro sotto 1. IL TAMPONE
A oggi è l’unico strumento diagnostico. Quando il risultato è negativo su due tamponi raccolti a 24 ore di distanza, il soggetto è considerato non più contagioso: può terminare l’isolamento domiciliare o si può avviare la deospedalizzazione. Il tampone sarà sempre importante per monitorare la circolazione del virus nella popolazione. MAI SENZA…
• lavarsi le mani con acqua e sapone o con disinfettanti a base di alcol • guanti da usare e poi gettare nei rifiuti indifferenziati • mascherina per proteggere se stessi e gli altri • pantofole perché le scarpe si tolgono prima di entrare in casa e si ripongono al chiuso • disinfettante con alcol (etanolo) al 75% o prodotti a base di cloro all’1% (candeggina): per pulire superfici e pavimenti • buon senso, prudenza e rispetto delle regole per tutelare la nostra salute e quella degli altri
Fonte: rivista Pharma Magazine Maggio 2020
Foto © Depositphotos.com
Comments