Streptococco B, influenza, pertosse, virus respiratorio sinciziale: quando la protezione della mamma è importante per il bebè
Nel momento in cui la donna gestante si vaccina, non solo protegge se stessa in un momento di particolare vulnerabilità ma, allo stesso tempo, garantisce l’immunità al nascituro, grazie al passaggio degli anticorpi specifici per via transplacentare». Così Susanna Esposito - Ordinario di Pediatria all’Università degli Studi di Parma e Coordinatore del Gruppo di Studio sui Vaccini della Società Europea di Microbiologia Clinica e Malattie Infettive (ESCMID) - introduce le novità emerse al recente congresso di Bilbao con 200 esperti di immunologia e infettivologia. Particolare attenzione per lo streptococco di gruppo B, di cui sono portatrici 20 milioni di future mamme. Parto prematuro e asfissia alla nascita vi sono spesso associati e i neonati nati da madri con questa infezione possono andare incontro a sepsi, polmonite, meningite. Se contratta durante la gravidanza, può causare infezioni del sangue, delle vie urinarie e, nei casi più gravi, decesso del feto. La profilassi antibiotica intrapartum si è dimostrata efficace ma non è la migliore soluzione per prevenire l’infezione da streptococco B infantile. Da qui il tentativo di sviluppare e impiegare i vaccini nelle donne in gravidanza, oggi in corso.
Nel frattempo, è raccomandata la vaccinazione contro influenza e pertosse, che però non è ancora entrata “nel cuore” di operatori e cittadini. In Europa, anche se il 90% dei paesi ha ricevuto raccomandazioni sui vaccini contro l’influenza in gravidanza, la copertura nel 2014-15 è stata nella metà dei casi inferiore del 10%, con punte del 50% in Inghilterra e Galles. L’influenza non va sottovalutata perché può condurre a complicazioni respiratorie con ricovero e, nei casi gravi, anche alla morte. Il vaccino può essere somministrato in qualsiasi trimestre di gravidanza e protegge il neonato nei primi 6 mesi di vita, il periodo più a rischio di complicanze respiratorie e neurologiche. E dopo? Le nuove raccomandazioni di Usa e Canada indicano anche per i piccoli tra i 6 mesi e i 3 anni la somministrazione di una dose intera di vaccino influenzale. Per quanto riguarda la pertosse, che prima dei 6 mesi di vita si può manifestare con difficoltà respiratorie anche gravi - 1 neonato su 1000 ne muore - il vaccino è combinato con difterite e tetano. Può essere somministrato durante tutta la gestazione ma la protezione migliore si ottiene tra la 27-36° settimana. Poiché le manifestazioni più gravi di pertosse avvengono nei primi due mesi di vita e i programmi vaccinali non proteggono in questo lasso di tempo, l’immunizzazione in gravidanza è l’unica protezione efficace. Non ultimo il Virus Respiratorio Sinciziale (VRS), causa di gravi infezioni del tratto respiratorio inferiore nei più piccoli e associato all’asma bronchiale in età scolare. Oggi non sono ancora disponibili antivirali efficaci e viene somministrato ai prematuri e ai neonati ad alto rischio un anticorpo monoclonale per prevenire problemi correlati, utile nel 50% dei casi. Da qui, nuovamente, l’indicazione all’immunizzazione materna per prevenire la malattia nei piccoli prima dei 6 mesi.
Fonte: rivista Pharma Magazine Ottobre 2019
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